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La pretesa

Aggiornamento: 10 ago

O profondità di ricchezze, di sapienza e di conoscenza di Dio! Quanto imperscrutabili sono i suoi giudizi e inesplorabili le sue vie! «Chi infatti ha conosciuto la mente del Signore? O chi è stato Suo consigliere? O chi gli ha dato per primo, sì che ne abbia a ricevere la ricompensa?». Poiché da Lui, per mezzo di Lui e in vista di Lui sono tutte le cose. A Lui sia la gloria in eterno. Amen”. Romani 11:33-36


“...chi gli ha dato per primo, sì che ne abbia a ricevere la ricompensa?”.


A volte il nostro atteggiamento verso Dio, e molto spesso anche verso gli altri, è caratterizzato dalla PRETESA!


Pretendiamo che Dio, o gli altri, agiscano nei nostri confronti nel modo e nei tempi che vorremmo noi, per soddisfare i nostri bisogni o desideri.


Dietro le pretese in realtà si possono celare dei bisogni con radici anche molto remote: bisogno di attenzione, di amore, o di altre cose magari non ricevute da piccoli.


Il problema tuttavia non sono i bisogni di per sé, quanto il modo rigido e assoluto con il quale vengono richiesti a Dio, o agli altri, senza tener conto della loro libertà di essere o di agire in modo diverso da quello che ci aspettiamo noi.


La conseguenza infatti è che nel momento in cui ciò che si “pretende” non viene soddisfatto, inevitabilmente si aprono le porte alla frustrazione, a forti delusioni, a ferite, sofferenze ed emozioni negative, come la rabbia, la tristezza o la ribellione, molto spesso seguite anche da reazioni infantili come il silenzio, l'indifferenza o il broncio verso la persona che ci ha deluso: reazioni finalizzate, anche se a volte inconsciamente, a colpirla e a costringerla, in maniera sottile, ad agire come vogliamo noi. Questa è una forma di manipolazione simile a un ricatto!


Può essere normale aspettarsi affetto, considerazione, attenzione, empatia, incoraggiamento, amore, aiuto da chi abbiamo accanto: genitori, figli, amici, fratelli e sorelle della chiesa, ecc., o aspettarsi che Dio realizzi i nostri desideri e risponda alle nostre preghiere, ma se questo diventa una pretesa, stiamo adottando l'atteggiamento meno indicato, che non produrrà nulla di buono.


Nonostante le responsabilità etiche, sociali e morali che ogni essere umano ha nei confronti dell'altro, dobbiamo accettare anche che ognuno di noi ha dei limiti, e molto spesso è incapace di assolvere i propri doveri come dovrebbe (e questo vale per tutti, compreso quelli che “pretendono”!).


Riguardo a Dio, invece, dobbiamo ricordare che ogni cosa che Egli compie per noi è un atto della Sua infinita grazia!

Certamente Egli desidera soddisfare i nostri bisogni, ma dobbiamo accettare che lo farà nel Suo modo e nel Suo tempo; in tutti i casi, siamo chiamati ad esserGli grati e a servirLo a prescindere da ciò che ci darà! Questo richiede ovviamente molta umiltà e sottomissione.


Valutiamo la nostra vita, il nostro atteggiamento e chiediamo allo Spirito Santo di mostrarci se in noi c'è questa attitudine, se il malcontento che a volte può trovarsi nel nostro cuore, esprime una reazione e una ribellione a delle pretese che abbiamo verso di Dio o verso gli altri e chiediamoGli l'aiuto per lasciarle, arrendendoci completamente alla Sua volontà!


Le pretese schiavizzano chi le accampa… molto di più di chi le subisce”. Dott. Michele Iannelli


Loredana Antoci

Dio ti benedica

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