"Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Ti è duro recalcitrare (continuare a calciare) contro i pungoli". Atti 26:14
Gesù, nel rivelarsi a Saulo (Paolo) lungo la via di Damasco, ha usato un proverbio greco comune a quei tempi, che riprendeva la metafora di un bue che, punto dal pungolo (un bastone con la punta di ferro usato per stimolare il bue a procedere nel lavoro dei campi), continuava a resistere scalciando e, di conseguenza, riceveva una ferita ancora più grave.
Questo verbo antico usato per "recalcitrare" significava lett. "calciare con il tallone".
Paolo, nonostante le evidenze che Dio gli aveva già posto davanti, come ad esempio, la testimonianza di Stefano, continuava a stare FERMO nel SUO pensiero che Gesù non era il Messia e che era necessario fermare quei "Cristiani"; in questo modo non faceva altro che continuare a resistere a Dio e alla Sua chiamata, subendo ulteriori conseguenze.
A volte, magari in altri aspetti, noi agiamo esattamente come Saulo.
Nonostante le evidenze che Dio ci ha già dato su Chi Lui è, sulla Sua cura verso di noi e sulla Sua fedeltà, noi rimaniamo FERMI in alcuni nostri modi di pensare, idee, opinioni, paure e ansie, non facendo altro che continuare a resistergli e a calciare contro ogni mezzo che Lui usa per spronarci ad andare avanti, a lavorare nel Suo campo e a vivere appieno la Sua chiamata.
Di conseguenza, subiamo ulteriori ferite in noi stessi, sofferenze, ansie e preoccupazioni che potremmo evitarci.
Fidiamoci di Dio e smettiamola dunque di resistere, perché nel momento in cui lo faremo, potremo realizzare quanto grande è la Sua chiamata per noi e quanto potente è il frutto che possiamo portare.
E potremo usare i nostri "calcagni" piuttosto che per scalciare, per lasciare delle "impronte" che traccino un sentiero visibile che sproni e incoraggi altri a percorrerlo!!
Loredana Antoci
Dio ti benedica

Sono sempre meravigliose, le sue riflessioni sulla parola di Dio🙏 Che Dio le possa dare sempre sapienza per incoraggiarci a crescere! Dio la benedica sempre 🙏