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Riconoscere ciò che Dio fa in noi

Immagine del redattore: antociloredana10antociloredana10

Aggiornamento: 29 ott 2023

"Io stesso insegnai ad Efraim a camminare, sostenendolo per le braccia; ma essi non compresero che IO lo guarivo". Osea 11:3


Israele era stato per secoli in Egitto, dove non gli era stata mostrata alcuna cura, attenzione o comprensione; piuttosto, lì era stato succube e schiavo.


Questo aveva creato negli Ebrei uno scoraggiamento cronico e un'attitudine alla sfiducia verso tutti, che li rendeva sicuramente poco propensi a credere che qualcuno, anche Dio stesso, potesse mostrar loro attenzione, interesse, cura e la volontà di benedirli.


Quante volte infatti il popolo fraintese le intenzioni di Dio, pensando che l'avesse condotto nel deserto solo per farlo morire, e non per condurlo in una destinazione migliore!


Per quanto possa sembrare strano leggere che gli Israeliti "non avessero compreso che DIO li guariva', soprattutto se consideriamo tutte le opere miracolose che Dio aveva compiuto in mezzo a loro e come Egli li avesse sostenuti e condotti nel deserto, non è poi così difficile, purtroppo, fare la stessa esperienza!



Allo stesso modo, infatti, anche noi potremmo aver sviluppato questo atteggiamento, questo modo di pensare e questa sfiducia, al punto da non riuscire ad essere pienamente consapevoli di quanto Dio ci ami, di quanto Egli abbia già fatto o stia facendo per noi, per sostenerci e per portarci avanti; invece di esserGli grati e di dare valore alla Sua presenza e alla Sua cura, potremmo rischiare di permettere alla delusione, all'insoddisfazione o addirittura alla ribellione di prendere il sopravvento.


Questo può succedere quando si cresce in contesti di indifferenza, di incomprensione, di oppressione, nei quali non si riceve la cura e l'attenzione emotiva di cui si avrebbe bisogno; questo può creare nell'individuo, oltre ad una sensazione di vuoto interiore e di insoddisfazione, anche un senso di abbandono, di insufficienza, di inutilità e soprattutto di sfiducia verso gli altri. Difficilmente, quindi, da adulti si riuscirà a percepire la cura e l'attenzione di un'altra persona, anche se cure e attenzione provenissero da Dio stesso!


Quanto sopra non è, certo, una giustificazione davanti a Dio; ma Egli si ricorda che siamo polvere (Salmo 103:14) e desidera che riusciamo ad afferrare pienamente la Sua grazia e riconoscere la Sua Presenza accanto a noi!


È certamente difficile, in questi casi, distaccarsi dalle proprie emozioni e dalle proprie sensazioni, anche quando ci rendiamo conto che esse ci mostrano una realtà falsata che causa dolore e oppressione; ma abbiamo comunque la possibilità di scegliere di credere a ciò che dichiara la Parola di Dio, piuttosto che a ciò che proviamo noi, e di guardare indietro riflettendo sul nostro cammino; ciò facendo, prenderemo coscienza di tutte le volte che Dio è intervenuto nella nostra vita, così che potremo essergli grati.


Non solo, nel farlo Lo onoreremo pure, riconoscendo che Lui è fedele in ciò che dichiara nella Sua Parola e coerente con le Sue stesse dichiarazioni.


Loredana Antoci

Dio ti benedica






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