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Cattività: c'è ancora speranza in Dio

"<Così dice l'Eterno degli eserciti, il Dio d'Israele, a tutti i deportati che IO ho fatto condurre in cattività da Gerusalemme a Babilonia: Costruite case e abitatele, piantate giardini e mangiate i loro frutti (...).

Poiché IO conosco i pensieri che ho per voi>, dice l'Eterno, <pensieri di pace e non di male, per darvi un futuro e una speranza (...)". Geremia 29:4-19



La parola "cattività ", usata in questo verso, ha un'etimologia interessante.

Deriva da un verbo che in ebraico vuol dire "scoprire, mettere a nudo", soprattutto in senso vergognoso.


Quando un popolo era deportato, infatti, era denudato, e quindi umiliato, sia dal punto di vista fisico che spirituale, perché la sconfitta dimostrava che il "dio" di quel popolo era meno potente di quello della nazione vincente.


Spesso la ragione principale che portò Israele in cattività fu il suo peccato, la durezza del suo cuore e quindi l'insensibilità verso la voce di Dio.


E questa era proprio l'esperienza che stava facendo Israele in questa circostanza. Ogni Ebreo naturalmente stava vivendo quella cattività come una tragedia, un motivo di disperazione e la fine di ogni sua speranza, visto che era stato allontanato dalla terra che Dio gli aveva dato; mentre, quelli che erano stati lasciati a Gerusalemme, probabilmente, erano considerati dai deportati come più favoriti agli occhi di Dio.


La realtà, tuttavia, era l'opposto!

Dio, infatti, aveva un piano di restaurazione per quelli che aveva fatto deportare in Babilonia:

"IO conosco i pensieri che ho per voi>, dice l'Eterno, <pensieri di pace e non di male, per darvi un futuro e una speranza".


Quella cattività mostrava quindi l'amore e l'interesse di Dio per loro e dichiarava che c'era ancora speranza!

Sarebbe sicuramente servita per "mettere a nudo" i loro cuori e umiliarli ma, allo stesso tempo, sarebbe stata il mezzo attraverso il quale Dio avrebbe cambiato i loro cuori e li avrebbe riportati a Lui.


Diversamente, chi era stato lasciato in Gerusalemme, e non era stato deportato, era destinato alla morte, probabilmente perché il suo cuore non sarebbe stato disposto a tornare a Dio nemmeno dopo una cattività.


Se in questo tempo ti senti "deportato", come se fossi stato allontanato dalla presenza di Dio e dalla benedizione che Lui ti ha promesso, RICORDA: anche se fossi veramente "in cattività", questa non sarebbe un segno che Dio ti ha abbandonato o che non c'è più speranza per te!

I pensieri di Dio sono l'opposto di ciò che avverti.

La "cattività" mostra piuttosto che l'amore, la pazienza e la misericordia di Dio nei tuoi confronti non sono ancora cessate.


Dio, infatti, usa questi momenti, sì per "mettere a nudo" i peccati del tuo cuore ma, allo stesso tempo, per cambiarlo, purificarlo e riportarlo interamente a Lui.

Il Suo proposito è quello di restaurarti.


Perciò, continua a sperare nell'Eterno, continua a rimanere fermo IN LUI, perché non è finita…c'è speranza in Dio.


"Colui che ha iniziato in voi un'opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù". Filippesi 1:6


Loredana Antoci

Dio ti benedica



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1 comentario


Grazie Gesù ❤️ per il tuo amore, la pazienza e la misericordia che hai avuto per me! La tua cattività è stata la mia salvezza! Non ti lascerò mai più, perciò continuo sperare e rimanere fermo in Te❤️ Ancora infinitamente grazie Padre mio ti amo!!!♥️ Pace sorella Loredana grazie per queste riflessioni che mi edificano continuamente! Dio ti benedica 🙏

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