" E giunsero da Giacobbe, loro padre, nel paese di Canaan e gli raccontarono tutto quello che era loro accaduto, dicendo: «L'uomo che è il signore del paese ci ha parlato aspramente e ci ha trattati come spie del paese. (...) Quell'uomo, signore del paese, ci ha detto: "Da questo saprò se siete gente sincera: lasciate presso di me uno dei vostri fratelli, prendete quello che vi occorre per le vostre famiglie, partite e portatemi il vostro fratello più giovane. Allora conoscerò che non siete delle spie, ma gente sincera: io vi renderò vostro fratello e voi potrete trafficare nel paese"». (...) Giacobbe, loro padre, disse: «Voi mi avete privato dei miei figli! Giuseppe non è più, Simeone non è più, e mi volete togliere anche Beniamino! Tutte queste cose pesano su di me!» Ruben disse a suo padre: «Se non te lo riconduco, fa' morire i miei due figli! Affidalo a me, io te lo ricondurrò». Giacobbe rispose: «Mio figlio non scenderà con voi; perché suo fratello è morto, e questo solo è rimasto: se gli succedesse qualche disgrazia durante il vostro viaggio, fareste scendere con tristezza i miei capelli bianchi nel soggiorno dei morti»". Genesi 42:29-38
"Or la carestia era grave nel paese; e quando ebbero finito di mangiare il grano che avevano portato dall'Egitto, Giacobbe disse ai suoi figli: <Ritornate a comprarci un po' di viveri>. Ma Giuda gli rispose: <Quell'uomo ci ha formalmente messi in guardia dicendo: 'Non vedrete la mia faccia, se il vostro fratello (Beniamino) non sarà con voi'...>...
Allora Giacobbe disse: <Perché mi avete dato questo dolore di dire a quell'uomo che avevate ancora un fratello?>...
<...prendete vostro fratello (Beniamino) e levatevi, e tornate da quell'uomo; ...quanto a me, se devo essere privato dei miei figli, che lo sia!>". Genesi 43:1-14
Giacobbe resisteva nel lasciare andare Beniamino, perché sapeva che il suo cuore sarebbe crollato alla sola idea di perderlo, come era accaduto con suo figlio Giuseppe diversi anni prima.
Ma Dio, che conosceva quanto difficile fosse per lui lasciarlo andare, gli diede del tempo, il tempo necessario a consumare il grano che i suoi figli avevano già comprato in Egitto.
In quel tempo Giacobbe fu sicuramente in lotta con se stesso per accettare quella rinuncia, ma la grazia di Dio lo stava mantenendo in vita, proprio attraverso quel grano e lo stava certamente sostenendo e aiutando emotivamente per arrivare a quel punto.
È vero che, come figli di Dio, in molte cose siamo chiamati ad ASPETTARE i tempi di Dio, tuttavia, anche Dio, spesso, aspetta noi e i nostri "tempi".
Certi cambiamenti, certe scelte, certe rinunce sono davvero dure e dolorose per la nostra vita. Sicuramente a causa di esperienze passate o sofferenze che abbiamo subito e che hanno creato un muro di protezione intorno al nostro cuore, compromettendo anche la nostra fiducia.
Ma la grandezza della grazia, dell'amore, della pazienza e della comprensione di Dio si mostra nei nostri confronti "aspettandoci", DANDOCI TEMPO.
In questo tempo di attesa, però, Dio non ci lascia "morire"!
Non ci abbandona alle nostre lotte, alle nostre sole forze e ai nostri sforzi.
Egli ci è accanto e continua a nutrirci con il "grano" della Sua Parola, e usa quel tempo per lavorare in noi, per abbattere ogni nostra resistenza e, soprattutto, per liberare la nostra vita da ciò che sta alla radice di quella resistenza.
Stai quindi fiducioso che, nonostante la tua difficoltà a "lasciare andare", Egli troverà il modo per renderti capace di fare la tua scelta, la tua rinuncia o tutto ciò che ti sta chiedendo, e ti farà sperimentare la bellezza della libertà che procede da Lui e le benedizioni che ti ha riservato.
Loredana Antoci
Dio ti benedica
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