"Il Regno dei cieli è simile ad un re, il quale volle fare i conti con i suoi servi. Avendo iniziato a fare i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di 10000 talenti. E non avendo egli di che pagare (...) gettatosi a terra, gli si prostrò, dicendo: <Signore, abbi pazienza con me, e ti pagherò tutto>.
Mosso a compassione, il padrone lo lasciò andare e gli rimise il debito.
Ma quel servo, uscito fuori, trovò uno dei suoi conservi, che gli doveva 100 denari; ed egli afferratolo lo strangolava, dicendo: <Pagami ciò che tu mi devi>. Allora il suo conservo, gettandosi ai suoi piedi, lo supplicava, dicendo: <Abbi pazienza con me, e ti pagherò tutto>.
Ma egli non volle, anzi andò, e lo cacciò in prigione, finché avesse pagato il debito.
Allora il suo padrone (saputolo) lo chiamò a sè, e gli disse: <Servo malvagio, io ti rimisi tutto quel debito, perchè tu mi hai supplicato, non dovevi anche tu avere pietà del tuo conservo..?>.
E il suo padrone, adiratosi, lo consegnò agli aguzzini finché non avesse pagato tutto ciò che gli era dovuto.
Così il mio Padre celeste farà pure a voi, se non rimettete di cuore ognuno al suo fratello i suoi falli". Matteo 18:21-35
Può sembrare strano, ma a volte quel "conservo" potremmo essere proprio noi stessi.
Sebbene Dio, nei nostri errori, cadute e debolezze, è sempre disposto a perdonarci, noi potremmo non essere altrettanto disposti a farlo con noi stessi.
Siamo capaci di "prenderci per la gola", di soffocarci, di trattarci male, diventando più esigenti di quanto Dio lo sia nei nostri confronti.
Potrebbe essere a motivo di un po' di orgoglio, che si muove inconsapevolmente dentro il nostro cuore, e non ci fa accettare i nostri limiti; ma potrebbe anche essere il riflesso di un cuore che è stato continuamente ferito, disprezzato, mai compreso o accettato per chi era veramente; di conseguenza, si è sviluppato un sentimento di indegnità, di disprezzo per noi stessi, un'incapacità di apprezzarsi o di amarsi, e la necessità di punirsi, come se questo fosse l'unico atteggiamento meritato.
Ci ritroviamo quindi in una prigione, nel cuore e nella mente e, paradossalmente, questo è come se soddisfacesse un senso di giustizia.
Tuttavia, senza rendercene conto, ci mettiamo al posto di Dio, e applichiamo la legge, piuttosto che la grazia, rendendo vano il sacrificio di Cristo sulla croce, dove Lui ha soddisfatto ogni giustizia davanti a Dio, per noi.
Impariamo a ricevere il perdono di Cristo, a credere nell'amore di Dio e a concedere il perdono a noi stessi, manifestando pazienza e sopportazione verso i nostri limiti, perché questo aprirà la porta della nostra prigione, ci permetterà di godere della grazia di Dio, e ci renderà capaci di fare altrettanto con gli altri.
Loredana Antoci
Dio ti benedica
Amen...si sorella io mi trovo in questa situazione, prego Dio affinché mi aiuti a liberare da questo stato! Buona Domenica sorella DIO ti benedica 🙏🙏