"Se salgo in cielo, Tu sei là; se stendo il mio letto nello Sceol (letteralm: "se io distendo lo sceol sotto di me”, cioè ne faccio il mio letto), ECCO, TU SEI anche LÀ". Salmo 139:8
La parola "Sceol", in ebraico, ha una varietà di significati - abisso, sepolcro, fossa, regno della morte - e la radice verbale da cui deriva è relazionata all'idea di "sconosciuto".
Infatti deriva dal verbo "chiedere, domandare", e, generalmente, si chiedono informazioni su qualcosa che non si conosce.
A volte è come se anche noi "abbiamo fatto dello Sceol il nostro letto".
Sembra che stiamo dimorando in una condizione "a noi sconosciuta", con stati d'animo e sensazioni che non comprendiamo e che sollevano in noi delle domande, che rivolgiamo a Dio o a volte anche a chi ci sta accanto, nel tentativo di capire, di sapere quale sia la nostra posizione, nella speranza di poter riprendere il controllo della nostra vita.
E questa condizione ci riempie spesso di paura, perché è questa la reazione che abbiamo davanti a ciò che non conosciamo e che non possiamo controllare.
Ma ciò che per noi è sconosciuto, Dio lo conosce bene.
Non solo, la Sua Presenza riempie ogni luogo:
"ECCO (particella usata in ebraico per attirare l'attenzione sul concetto espresso dopo), TU SEI LÀ ".
Ed è su questa verità che dobbiamo concentrarci in questi momenti: Dio è là con noi!
Si, Egli è con noi nella fossa più profonda, nel luogo più buio, sconosciuto e pauroso nel quale possiamo trovarci.
E se Lui è con noi, anche nel caso estremo in cui dovessimo sentirci come in un sepolcro, "morti", Egli può soffiare su di noi il Suo Spirito, farci rivivere e tirarci fuori, così da poter dichiarare come Davide: " Tu hai fatto risalire l'anima mia fuori dallo Sceol…". Salmo 30:3
Loredana Antoci
Dio ti benedica
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