Una fede libera
- antociloredana10
- 21 mar
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“Naaman, capo dell'esercito del re di Siria, era un uomo grande e altamente stimato agli occhi del suo signore, perché per mezzo suo l'Eterno aveva dato vittoria alla Siria; ma quest'uomo forte e valoroso era lebbroso. Or alcune bande di Siri in una razzìa avevano portato via come prigioniera dal paese d'Israele una piccola fanciulla, che era finita al servizio della moglie di Naaman. Ella disse alla sua padrona: «Se il mio signore potesse andare dal profeta che è in Samaria, certamente egli lo libererebbe dalla sua lebbra!». Così Naaman andò (...)”. 2 Re 5:1-19
Non si conosce il nome di questa fanciulla, ma il gesto che ha compiuto mette in mostra l’attitudine straordinaria del suo cuore!
Sebbene fosse stata strappata via dalla sua famiglia, dal suo paese e dal suo popolo proprio per mano dei Siri, lei agisce verso il suo “nemico” in un modo stupefacente: piuttosto che provare rancore e cercare l'occasione per vendicarsi, gli suggerisce la via per ottenere la guarigione da una malattia che l'avrebbe ben presto portato alla morte.
Nonostante Dio non l’avesse risparmiata da quella cattività e non l'avesse nemmeno liberata fino a quel momento, la sua fede non era stata fatta prigioniera!
Lei infatti continuava a credere non solo in Dio, ma anche nella Sua bontà e capacità di guarire addirittura anche un uomo “non ebreo” e tra l'altro impuro (perché così erano considerati i lebbrosi dai Giudei).
Il popolo Giudaico era stato scelto per testimoniare del Vero Dio e per farlo conoscere alle nazioni; chiamata che purtroppo aveva fallito di adempiere, soprattutto in quel tempo.
Ma questa fanciulla, sebbene in cattività e schiava, la stava adempiendo.
Naaman infatti ricevette la guarigione e riconobbe che il Dio d'Israele era l’unico vero Dio (v.15-17); non solo, la conoscenza di questa storia ha raggiunto migliaia di generazioni ed è stata di benedizione per molti.
Ci sono a volte delle “cattività o schiavitù” che Dio permette che viviamo e dalle quali sembra non volerci tirare fuori, non perché non ci ama, ma perché ha dei propositi ben precisi!
Non lasciare quindi che le tue circostanze negative e difficili rendono schiava anche la tua fede!
Continua non solo a credere in Dio, ma anche nella Sua bontà e nella Sua potenza, che se pur sembrano non essere efficaci in questo momento nella tua vita, saranno di certo il mezzo di liberazione e guarigione di chissà quante persone, perché è proprio attraverso la tua vita in queste circostanze, che Dio ha scelto di manifestare la Sua gloria e di portare moltitudini di persone alla conoscenza del Suo nome.
Adempi, dunque, la tua chiamata con lo stesso cuore e la stessa attitudine di quella fanciulla.
Dio è con te!
Loredana Antoci
Dio ti benedica
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